Che cos'è
Il Mobbing (derivazione
del verbo anglosassone to mob = assalire) è una sorta di raffinata e
moderna tecnica di emarginazione che ha come unico scopo quello di
annullare psicologicamente la persona da accantonare,allontanare o
indurre al licenziamento, attraverso una strategia mirata, fondata su
una sottile forma di violenza psicologica (anche la più banale ed
innocua distrazione sul lavoro è ripresa ed enfatizzata dal
superiore), pianificata accuratamente dal vertice aziendale ed
esercitato da solerti dirigenti in nome di un preminente interesse
aziendale
Come resistere al
Mobbing
Qui di seguito sono elencati alcuni consigli per mettere in
condizione chi subisce vessazioni ed angherie sul luogo di lavoro, di
resistere, organizzarsi, reagire, lottare contro i mobbers.
1.
Abbiate pazienza e non cedete allo scoramento ed alla depressione:
Il mobbing cui siete sottoposti non avviene per colpa vostra, ed il
viaggio contro il mobbing è lungo, duro e difficile: organizzatevi per
una lotta nella quale, alla fine, sarete voi i vincitori. Il tempo
gioca a vostro favore: dopo un periodo iniziale di scoramento e di
depressione ritroverete la forza di vivere, di sorridere, di
sconfiggere i vostri mobbers, di essere giustamente risarciti per i
danni subiti; le motivazioni socio-psicologiche alla base del mobbing
sono molteplici e complesse, oggetto di studi approfonditi di
sociologi, psicologi e giuristi. Voi siete solo un capro espiatorio di
una situazione che non dipende da vostre colpe.
2. Non
pensate alle dimissioni, e non pensate di essere gli unici
La prima cosa alla quale un mobbizzato pensa è quella di fuggire e
di liberarsi dalla situazione stressante, abbandonando la scena. In
effetti spesso il mobbing ha solo lo scopo di “poter licenziare
impunemente”. Dare le dimissioni vi libera, è vero, dal mobbing ma con
le dimissioni “la date vinta al mobber” e vi precludete qualsiasi
successiva azione risarcitoria nei vostri confronti. Ricorrete ad un
periodo di malattia solo per il tempo strettamente necessario:
utilizzate preferibilmente i periodi di ferie non godute o i recuperi
orari. Tenete però ben presente che al ritorno sul luogo di lavoro
dopo un periodi più o meno breve di assenza potreste trovare che molte
cose sono cambiate in peggio: durante la vostra assenza il mobber ha
avuto tutto il tempo per organizzarsi meglio. Pensare di essere gli
unici è una falsa immodestia: siete solo uno dei tanti.
3.
Raccogliete la documentazione delle vessazioni subite:
Poiché
il mobbing, anche se non vi è una legislazione precisa e ad hoc
contro di esso, rientra in fattispecie di reati previsti e penalmente
perseguibili e di illeciti amministrativi (per esempio, reati:
abuso di potere, minacce, violenza privata, diffamazione, calunnia,
lesioni personali, etc; illeciti amministrativi:
demansionamento, dequalificazione, etc.), è necessario che voi
documentiate nel modo migliore possibile le azioni mobbizzanti messe
in atto nei vostri confronti. Pertanto:
-
Trovate colleghi disposti a testimoniare (anche se è difficile……..)
- Tenete
un diario di ogni azione mobbizante contenente: data, ora, luogo,
autore, descrizione, persone presenti, testimoni
- Tenete
un resoconto delle conseguenze psico-fisiche sul vostro organismo
delle azioni mobbizzanti (il mobbing fa ammalare: i sintomi di questa
malattia possono essere psichici (ansia, depressione, attacchi di
panico, etc.), fisici (insonnia, emicrania, cefalea, dolori muscolari,
precordialgie, palpitazioni cardiache, acidità gastrica, tremori,
mancanza d’appetito, appetito eccessivo, diminuzione della potenza e
del desiderio sessuale, etc.) e del comportamento (perdita
dell’autostima, mancanza di fiducia in se stessi, senso di inutilità,
etc). Questo vi faciliterà nel documentare il danno biologico
che il mobbing ha determinato su di voi, al fine della richiesta di
risarcimento dei danni psico-fisici (lesioni personali).
- Mettete in forma scritta e fate protocollare o spedite per
raccomandata A.R. ogni vostra richiesta: trasformate qualsiasi ordine
verbale ricevuto, in interrogazione scritta (“a voce mi è stato
detto di fare questo, chiedo conferma scritta”). Molto spesso non
riceverete risposta: ciò sarà la prova di una tra le azioni
mobbizzanti.
4.
Cercate degli alleati:
E’
questa la cosa più difficile: non sempre i colleghi sono dei “cuor di
leone”. Spesso si ritirano in disparte per evitare che il mobbing
messo in atto nei vostri confronti possa estendersi anche ad essi.
Oppure, nel mobbing trasversale, sono essi stessi i vostri mobbers.
Non vi
isolate: coltivate le vostre relazioni sociali, frequentate gli amici,
rinsaldate i rapporti familiari spesso impoveriti dal punto di vista
affettivo e sessuale. Spiegate ai vostri familiari cos’è il mobbing e
quello che state subendo. Non vergognatevi della vostra situazione,
parlate con le persone che vi sono vicine per acquistare
consapevolezza della vostra situazione, per rafforzare l’autostima ma
non passate all’estremo
opposto. Parlare incessantemente del vostro problema,
focalizzare l’attenzione unicamente sul vostro dramma, può stancare
amici e familiari e quindi potreste trovarvi ancora più soli. Il
vostro matrimonio, la vostra famiglia, le vostre amicizie potrebbero
andare in crisi. Si realizzerebbe così il fenomeno del “doppio
mobbing” per il quale le persone coinvolte in Italia dal mobbing,
assommano a 5 milioni.
5.
Denunciate il mobbing:
E’
questa una attività da attuare con ponderata attenzione:
Evitate che le denuncie possano esporvi a ritorsioni (possibili
querele per diffamazione).
Scrivete
la storia del vostro mobbing. Siate il più concisi possibile. Prima di
divulgarla riponetela in un cassetto e rileggetela dopo almeno una
settimana: eliminate le parti superflue e conservate solo quelle
importanti. La precisione nei particolari fa diventare pesante la
vostra storia: dovete colpire l'attenzione di chi vi legge.
Chiedete copia della documentazione esistente negli atti d'ufficio e
nel vostro fascicolo personale: è un vostro diritto (legge 241/90
sulla trasparenza amministrativa e legge 675/96 cosiddetta sulla
"privacy") l'accesso agli atti d'ufficio che vi riguardano e al vostro
fascicolo personale per poter ottenere copia di tutti i documenti che
vi interessano.
6.
Ricorrete alle vie legali:
Nella scelta tra
procedimento penale e/o civile, (causa di lavoro, risarcimento del
danno biologico), preferite dapprima il procedimento civile (causa di
lavoro, risarcimento per lesioni personali).
La durata di una
causa di lavoro è lunga: anche in caso di vittoria in primo grado,
aspettatevi un ricorso in appello da parte dell’azienda: calcolate da
un minimo di quattro anni fino ad otto – dieci anni.
Chiarite subito gli
obiettivi che intendete raggiungere (danno biologico, demansionamento,
reintegra nel posto di lavoro, patteggiamento, risarcimento dei danni,
etc.) e le strade da percorrere.
Coinvolgete il
minor numero di persone: possibilmente solo la vostra azienda. In
questo modo lo studio non si troverà a dover lottare contro eserciti
di avvocati di controparte che si coalizzeranno contro di voi.
Successivamente potrete procedere anche contro gli autori materiali
del vostro mobbing: ad esempio, in caso di pubblici dipendenti, sarà
possibile documentare il danno all'erario determinato dai vostri
mobbers.
Per ulteriori informazioni chiedi parere all'avvocato dello studio
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